Sciopero nel Petrolchimico, Cgil, “ok a riconversione di Eni ma da sola è distruttiva”

di blogsicilia.it - 2 giorni fa

Riconversione dell’impianto di Versalis Eni sì ma accompagnato da una Transizione energetica che coinvolga tutte le altre grandi aziende del Petrolchimico di Priolo. E’ la posizione della Cgil Siracusa, rappresentata dal segretario generale, Roberto Alosi, alla vigilia dello sciopero che si terrà domani alle 9,30 contro la chiusura dell’impianto di cracking di Eni nell’ambito di un piano nazionale da parte del colosso italiano di abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.

Il piano dell’Eni

L’Eni ha, però, annunciato la trasformazione dello stabilimento di Priolo che dovrebbe diventare una bioraffineria, inoltre, nel piano di investimenti per un ammontare di 900 milioni di euro, il manager, Giuseppe Ricci, ha annunciato un progetto per il riciclo delle plastiche

Lo sciopero

La manifestazione, organizzata da Cgil e Uil, si concretizzerà con un corteo che partirà alle 9,30 dalla portineria Ovest della zona industriale per arrivare al Comune di Priolo.

“Transizione sì ma per tutta la zona industriale”

“Siamo per la riconversione, il progetto di Eni può essere importante per la Transizione energetica ma va detto che in passato l’azienda si è resa protagonista di promesse poi non mantenute, come le compensazioni o la realizzazione di impianti, annunciati ma mai aperti” dice a BlogSicilia, Roberto Alosi che ha rilasciato una intervista a BlogSicilia.

Cosa la preoccupa se Eni sostiene che ha in mente investimenti per 900 milioni?

Il nostro Petrolchimico non ha bisogno di singoli progetti sulla Transizione energetica per la complessità della zona industriale e della presenza di aziende importanti come Isab, Sasol e Sonatrach, tutte interconnesse.  Se non c’è una condivisione dei progetti tra tutti gli attori di quest’area verso un nuovo modello industriale, come la Transione energetica, il rischio è che l’iniziativa di Eni, piuttosto che essere un’azione positiva diventi destrutturante per il Petrolchimico.

Quale è lo stato di salute della zona industriale?

In questo momento, al netto del piano di Eni, ci sono delle criticità: Isab, che aveva annunciato investimento, ha ridotto la produzione, Sasol non ha manifestato prospettive, Sonatrach ha rallentato un investimento perché intende conoscere se il Governo spingerà verso la Transizione ecologica magari attraverso risorse pubbliche.

Che cosa suggerisce?

Serve un tavolo che metta insieme tutti i protagonisti industriali per coordinare tra di loro gli investimenti ma è necessaria la guida della politica che dia una linea di orientamento sulla politica industriale.

Ci sarà un incontro alla Regione?

Va detto che la Regione, fino ad oggi è stata colpevolmente silente: ricordo la vicenda del depuratore Ias, sotto sequestro per l’ignavia dell’amministrazione dell’isola che nulla ha fatto per rendere adeguato l’impianto. Ci sarà, comunque, un incontro voluto dalla Regione per mercoledì 13 novembre con sindacati ed Eni Versalis ma, per quello detto prima, in merito alla interconnessione del Petrolchimico, il problema non è Eni ma quello che faranno gli altri.  La Regione ed il Governo nazionale devono mettere insieme il pubblico ed il privato per capire cosa fare

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